Elka

Piero Crucianelli è partito nel 1965 da via Matteotti in una parte dello stabile che era stata la fabbrica del nonno Sante Crucianelli – attuale sede dell’Unicredit di Porta Marina – aveva scommesso tutto sull’elettronica. Un imprenditore coraggioso e arguto così come lo era stato l’antenato, passato alla storia tra i pionieri nella costruzione delle fisarmoniche assieme a Paolo Soprani. Crucianelli sapeva guardare lontano. Il sogno era immettere sul mercato una linea innovativa di organi elettronici portatili da contrapporre all’altro colosso dell’epoca, la Farfisa. Aveva assunto due tecnici inglesi e investito in ricerca e progettazione.
Il primo modello, il Capri, ottenne un successo strepitoso tanto da far impennare le vendite e rendere necessaria la dislocazione produttiva in un nuovo stabilimento più grande. Tra le prime fabbriche della zona industriale Squartabue, venne eretta la nuova Elka, acronimo di “Elettronica e Kastelfidardo”. Sul finire degli anni Settanta, l’azienda dava lavoro a circa 150 dipendenti.

Da Castelfidardo in giro per il mondo. In pochi anni Crucianelli riuscì a portare le tastiere Elka sulla scena internazionale. Strumenti come l’X-55 o il Rhapsody sono tutt’ora considerati veri cimeli vintage contesi da musicisti ed estimatori. Un successo dovuto a una qualità di livello artigianale, apprezzata da artisti del calibro dei Tangerine Dream, Klaus Schulze and i Supertramp, Jean Michel Jarre, Stevie Wonder, i Duran Duran.

Così come agli esordi degli anni ’60 aveva intuito le potenzialità dell’elettronica, così Crucianelli aveva saputo prevenirne il tracollo e prima dell’avvento degli anni bui del settore aveva deciso di vendere l’azienda alla Gem Generalmusic di S. Giovanni in Marignano. Era il 1989. Nel dicembre 2008, il fallimento dei nuovi proprietari, a causa della concorrenza estera sempre più agguerrita, ha portato alla scomparsa dei marchi Elka, Lem e Gem che per quasi 40 anni hanno accompagnato musicisti e tecnici del suono sui palchi di tutto il mondo.

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Crumar

Nel 1971 Mario Crucianelli, in seguito a diatribe familiari, esce dalla Elka e fonda La CRUMAR assieme al socio F. Marchetti che all’epoca produceva trasformatori elettrici. Il nome CRUMAR viene appunto dalla fusione di CRUcianelli e MARchetti. La ditta pur rimanendo a conduzione familiare, in pochi anni allargò il proprio organico fino a 300 dipendenti, suddivisi in due laboratori elettronici, uno meccanico e nel reparto produzione. La produzione è continuata fino agli anni ottanta quando la LEM acquisì i diritti per la produzione dei bit 99 e bit 01, derivati da uno degli ultimi prodotti originali CRUMAR, il BIT ONE. L’azienda cessò ufficialmente l’attività di produzione strumenti nel 1986.