Fetishguitars Today

Pagelli

L’atelier Pagelli è tra le montagne svizzere vicino a Domleschg, nel il più grande ed il più orientale dei 26 cantoni della Svizzera, il cantone dei Grigioni.

In questo laboratorio da più di 35 anni nascono le creature di Claudio e Claudia Pagelli. La parola chiave del lavoro dei Pagelli è innovazione. Di forme, materiali, tecnologie. Ed è Claudia che asciuga e sottrae, orienta l’eclettismo e l’irruenza di Claudio, distillando bellezza pura.

Pagelli  si può annoverare tra il ristretto olimpo dei grandi liutai di arch-top e tuttavia è uno dei pochissimi, forse l’unico,  che riesca a mantenere questa reputazione continuando a costruire anche bassi, acustiche, classiche ed elettriche.

www.pagelli.com

Questo è lo strumento con il quale nel 2002 ho scoperto Pagelli ed è stato un colpo di fulmine. Uno svizzero che mette nel frullatore Klein, Wandré e Mozzani tirando fuori una linea assolutamente originale, dalle proporzioni perfette? Innovazione e tradizione fuse mirabilmente. E il piano armonico utilizzato come una tela in cui gli intarsi di ebano e argento fanno eco a una carta da parati degli anni 50. Me ne innamorai subito!

Many people told me several years ago that my work reminds them on Wandre. So i googled and i was suprised to see his stuff.  Like a brother in mind…;-)
Ci parli delle tue origini e di come hai iniziato a fare chitarre?

Sono di origini italiane ma sono nato in Svizzera. Ho cominciato a fare chitarre nel 1970 ma è diventato un lavoro solo a partire dal 1979.

Gli anni settanta per me sono gli anni d’oro del rock’n’roll, il sistema da una parte, gli hippies dall’altra. I capelli lunghi sono stati la ribellione contro la monotonia e la chitarra lo strumento più figo di sempre. Era la nostra arma, come poteva essere altrimenti. Ve la immaginate una rivoluzione fatta con il flauto? Per i capelli lunghi ero a posto. Mi serviva una chitarra!

Quindi me ne sono fatta una. Avevo 13 anni. Ok, il termine chitarra è un poco altisonante per quella cosa in compensato che avevo fatto, ma avevo iniziato e non ho più smesso.

Ci parli della tua band? Che chitarra usi?

Suono da più di 40 anni. Il mio gruppo si chiama  Gringobeat e suono una semiacustica Pagelli, una Gringobeat.

È venuto prima il nome della chitarra poi abbiamo chiamato così anche il gruppo 🙂

La chitarra della tua vita

Non ne ho. Forse una vecchia strato che ho comprato quando avevo 20 anni.

I tre dischi preferiti di sempre

hmm… troppi… 🙂 naturalmente Beatles, Los Lobos, Eddie Harris, the Voices of Bulgaria…  Troooooooooppi!

Ho alternato la produzione di strumenti alla carriera di musicista professionista e ingegnere del suono in vari studi di registrazione. Col senno di poi queste esperienze sono state preziose per sviluppare il mio concetto di liuteria.

1998

Una elettrica progettata come un DJset completa di un remote on board dell’airFX Alesis. Il design non è da meno, in puro Barbarella Style ..:-)

Quattro chitarre in una. È un acustica, un’elettrica, una resofonica e un banjo!

Su tutti gli “inserti” si può montare un ponte sitar. È anche una chitarra da viaggio, se le si rimuove il manico. E tutto con una sola vite.

I Pagelli hanno contribuito al design di diversi strumenti prodotti su scala più vasta e più accessibili al grande pubblico. Ecco la Jetsonic per Burns e una archtop di gran classe per Eastman.