Hagström

by Jack Marchal

La Hagström fu fondata nel 1925 ad Älvdalen in Dalecarlia, pittoresca provincia della Svezia centrale. Il creatore Albin Hagström (1905-1952) non aveva ancora compiuto 20 anni.

Eccezionale figura di artista, di tecnico ed imprenditore, la sua carriera è stata molto simile a quella di Oliviero Pigini (entrambi spariti prematuramente).

Nato in una famiglia contadina, coltivò da giovanissimo la passione per la fisarmonica. All’inizio del 1922 (non aveva ancora compiuto 17 anni) ne ricevette due ordinate dalla Germania. Una la suonava in balli rurali, l’altra la noleggiava. Con i pochi soldi così raccolti cominciò nel 1923 ad importare fisarmoniche dalla Germania, rivendute per corrispondenza attraverso annunci sui giornali. A buon mercato grazie all’iperinflazione tedesca.

Presto questa attività di importazione amatoriale prese dimensioni imprenditoriali. L’azienda Albin Hagström venne iscritta al Registro del Commercio il 19 gennaio 1925. Due giorni dopo arrivò ad Älvdalen una fisarmonica che Albin aveva ordinato dall’Italia perché aveva la tastiera pianoforte, la prima che vedeva. Era una Paolini.

Ad Albin piaceva il concetto di tastiera pianoforte. Ma trovò la Paolini un pò pesante e rozza, c’era ancora qualcosa da migliorare. Albin scrisse una lettera al produttore per suggerire dei miglioramenti. Attraverso prototipi successivi gli strumenti vennero migliorati. E presto ottenerono un gran successo sul mercato svedese. Albin era ancora da solo a fare il direttore, il ragioniere, il magazziniere, l’ingegnere. Curava le vendite, le spedizioni, nonché la corrispondenza. Imparò presto le lingue necessarie per comunicare ciò che riteneva opportuno.

Nel 1928 si recò in Germania per visitare la Fiera di Lipsia. Lì incontrò i fornitori italiani e venne invitato a visitare le loro fabbriche a Castelfidardo. Proseguì il suo viaggio più del previsto e si diresse verso Sud. Fu il suo primo viaggio in Italia a cui ne seguirono altri. Più volte vi tornò per discutere di ottimizzazioni tecniche. Questo insolito businessman nordico che non aveva nemmeno 25 anni era preso molto sul serio, visto la sua manifesta competenza ed il volume sempre più rispettabile delle sue vendite.

Durante i suoi viaggi a Castelfidardo portava idee e ne raccoglieva altre — fra cui finalmente quella di aprire una fabbrica propria in patria. Alla fine del 1931 le valute tedesche e italiane stavano risalendo, la corona svedese perdeva valore e rendeva costosa l’importazione.

La decisione di costruire fisarmoniche ad Älvdalen venne presa nel 1932. Il progetto di Albin era dall’inizio di produrre fisarmoniche di qualità a livello industriale. Per materializzarlo fu necessario un certo tempo. Non esisteva nella Svezia centrale nessuna tradizione nel settore. Bisognava trovare i macchinari necessari o inventarli. Per la componentistica, la parola d’ordine era : “Quello che non troviamo già pronto da comprare, lo facciamo noi“.

Infatti fu raggiunta la dimensione industriale vera solo nel 1936, con la trasformazione della ditta in AB Albin Hagström, cioé una società per azioni, e l’assunzione di due tecnici italiani per acquisire i trucchi e i segreti del mestiere.

Alla fine degli anni ’30 la produzione annuale raggiunse i 5000 pezzi/anno. La Hagström controllava allora un‘altra fabbrica a Stoccolma e ne aprì altre due in Finlandia e in Danimarca.

All’indomani della guerra mondiale la AB Albin Hagström sviluppa una rete di negozi in tutta la Svezia, lancia una fabbrica in USA (sarà chiusa nel 1952) mentre ottiene i diritti esclusivi per l’importazione in Scandinavia di strumenti americani, fra cui le chitarre Gibson a partire dal 1946. In quell’anno venne lanciata in Norvegia anche una filiale per la costruzione di chitarre acustiche.

Il record della produzione di fisarmoniche è raggiunto nel 1952 con 15.000 pezzi. Lo stesso anno Albin Hagström muore (esattamente come Oliviero Pigini, mancato mentre la Eko che aveva fondata era al suo apogeo).