Hagström – Il manico

by Jack Marchal

Il manico “più veloce del mondo” è la versione avvitata del manico introdotto con Corvette e Impala. Due pezzi incollati longitudinalmente (spesso si vede la giuntura sotto la finitura all’altezza della chiavetta del Si) intorno un profilo di alluminio in cui è posta la barra tendimanico. Il tutto chiuso dalla tastiera di Teak, economico sostituto del palissandro, solo più freddo e con una sensazione più fibbrosa.

Dritto come una freccia, rigido come una corte marziale, questo manico è virtualmente immune da deformazioni grazie al suo sistema di rinforzo. E’ rarissimo il ricorso al truss-rod e permette una action bassissima con qualsiasi scalatura di corde. Ed è anche un capolavoro di design industriale a budget limitato: grazie al caratteristico abbassacorde inclinato che permette un buon angolo di attacco delle corde, è un sottile pezzo di legno piatto che richiede poco materiale e pochissime operazioni meccaniche di precisione. Il capotasto (di qualche materiale plastico nero) è un esempio della proverbiale parsimonia di Hagström: un capotasto in stile Fender con solo la metà del materiale impiegato.

La scala da 626 mm (24,65″) e 10″ di raggio della tastiera si ispirano alle misure in stile Gibson se non fosse per i tasti bassi, tra i più piccoli visti su una chitarra. L’altezza del manico è di soli 16 mm al capotasto, largo 41 mm con lo spazio corde da 33,5 mm (solo Mosrite si avvicinò talvolta a queste misure estreme). Nonostante ci siano solo un paio di mm di diferenza dalle misure abituali si possono sentire grandissime differenze imbracciando una vecchia Hagström dopo aver suonato tutto il giorno una Strato o una Les Paul. (…)

Questo manico fu adottato su tutte le Hagström prodotte tra il 62 e il 68, incluse le H-II, -III e la Viking. All’epoca fu denominato “il più veloce del mondo”. Definizione appropriata quando pensiamo allo stile “staccato” del rock strumentale dei primi anni 60′ (Shadows, Spotnicks, american surf music, etc) ma meno vera per il blues moderno e il metal che richiedevano tasti enormi e corde ben spaziate.

Il bending non è propriamente quello per cui furono prodotte le Hagström di quel periodo.